mercoledì 9 dicembre 2009

9 dicembre 2009

Iran

La rivoluzione iraniana di Khomeini ha due significati che travalicano l'orizzonte asiatico e islamico:

1 E' la prima rivoluzione religiosa del novecento,è post ideologica, segna la fine del secolo breve e il fallimento totale dei due totalitarismi. E' il segno che si può fare i conti con la modernità da un punto di vista che le ideologie pensavano ridotto in cenere: la religione appunto. Ancora però Khomeini è comunista: avanguardie, masse, partito, milizie armate.

2 E' la prima volta che il clero, scita per giunta!, entra direttamente nella modernità per gestire le cose del mondo senza mediazioni politiche e mondane.

Escluse le vette anti storiche di incomprensione delle democrazia come meccanismo di funzionamento sociale e quindi dell'antimodernismo che pensa che sia possibile strare al di fuori, l'Iran lancia una sfida importante e che va compresa.


 

Iran geografico e Iraq

La minaccia iraniana non deriva dalla bomba nucleare. Poca cosa davanti a quelle possedute dall'Occidente e da Israele. La sfida è geopolitica: nessun paese limitrofo vuole l'Iran nuova potenza regionale che affermi la sua esistenza contro Pakistan, Arabia, Israele e Turchia. Molto dipende dall'Iraq da cosa farà la nuova dirigenza scita. Anche la lotta di al Qaida in quelle terre può, in parte, essere spiegata.


 

Jünger

Ora che non è più di moda, né a destra né a sinistra. In "La capanna della vigna" dice molte cose sempre intelligenti. Tra le altre. Una che non sapevo: avevo sempre attribuito l'espressione "guerra civile europea" a Nolte. Invece è sua, diari del 1945-48!

Secondo punto. La vittoria culturale e sociale della sinistra nel mondo, la attribuisce già alla democrazia inglese contro la Francia napoleonica quando afferma il peso differente dei morti per mano del corso in confronto di quelli ad opera di sua maestà britannica. E come si capisce non è il caso di moderno/anti moderno, massone/cattolico, capitale contro proletario ecc. Si tratta di movimenti profondi della storia, se vogliamo di capitalismo vincente contro perdente che comprende anche giacobini, massoni illuministi ecc, insomma più Schmitt e Marx. Il mare contro la terra, il mercato puro contro l'industria, l'isola contro il continente, la flotta contro l'esercito, il dominio della merce astratta sulla comunque radice.

Concetto troppo astratto, filosofia della storia che tutto spiega, per superare la soglia della suggestione (Parigi che perde sempre contro Londra-Washington), ma comunque da non dimenticare.


 

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