Rosso sangue
Cosa sta accadendo in Italia per l’uscita del capolavoro di Andrzej Wajda, “Katyn”? Riassumiamo prima i fatti. Il polacco Wajda è uno dei più grandi registi viventi (fra i suoi film più famosi “L’uomo di marmo”, “L’uomo di ferro” e “Danton”). Katyn è la località nella quale l’Armata Rossa, per ordine del Politburo di Stalin, nel 1939 massacra a freddo circa 22 mila ufficiali polacchi.
Il contesto storico è quello dell’inizio della Seconda guerra mondiale che vede alleati di fatto, per il Patto Ribbentrop-Molotov, la Germania nazista e la Russia comunista: le due potenze invadono la Polonia da Ovest e da Est e se la spartiscono nel 1939. Già qui c’è la prima grande verità nascosta da 70 anni: il secondo conflitto mondiale scoppia per volontà concorde di Hitler e Stalin che sono di fatto alleati per i primi due anni (finché Hitler deciderà di rompere il patto e dichiarare guerra anche all’Urss). Una verità che ancora oggi una certa sinistra considera una provocazione.
I due regimi, nazista e comunista, sono concordi anche sulla sorte da imporre alla Polonia cattolica: cancellata dalle cartine geografiche e dalla storia. I nazisti per annientare l’identità polacca chiudono perfino le università, proibiscono ogni manifestazione culturale e deportano nei loro lager circa 3000 sacerdoti cattolici. I sovietici fanno altrettanto e, macellando a freddo 22 mila inermi ufficiali polacchi, élite che raccoglie tutti i laureati della nazione, sanno di decapitare la classe dirigente del Paese (sono giuristi, scienziati, professori, uomini di cultura, medici, giornalisti). Per saperne di più, vedi Pulizia di classe: il massacro di Katyn di Victor Zaslavsky (Il Mulino, 2006).
Rosso comunista
Per il capovolgimento tedesco, l’Urss si trova di fatto, nella seconda parte della guerra, ad allearsi con l’Occidente e quindi, alla fine del conflitto, può sedere fra i vincitori senza dover rispondere delle sue responsabilità. È così che - da vincitore - Stalin ottiene il dominio di mezza Europa dove impone regimi comunisti servi di Mosca in una decina di Paesi, compresa la Polonia, che era già stata la prima vittima di nazisti e sovietici e che dopo la vittoria alleata, paradossalmente, si trova sottomessa a uno dei suoi due carnefici. Pure la verità storica di Katyn fa la stessa fine: il vincitore sovietico infatti addosserà ai nazisti la colpa del macello degli ufficiali polacchi.
I pochi coraggiosi che osarono contestare questa vergognosa menzogna non ebbero vita facile, anche in Italia. Scrive Luigi Geninazzi (Avvenire, 8/3): «Nell’immediato dopoguerra ci fu chi venne sottoposto a un vero e proprio linciaggio morale da parte del Pci di Togliatti per aver sollevato i veli sull’eccidio che porta il marchio sovietico». Con la caduta dei regimi comunisti dell’Est la verità è finalmente venuta ufficialmente alla luce. Il padre di Wajda era tra quegli ufficiali trucidati. Ora il suo struggente film - che ha avuto la nomination per l’Oscar come miglior film straniero - è ritenuto dai critici un autentico capolavoro. Un’opera bellissima. Ma cosa accade in Italia?
Rossi di vergogna
Lo denuncia ancora Geninazzi nel suo articolo: in Italia è praticamente invisibile. Viene infatti proiettato solo in dodici sale cinematografiche. Dodici in tutta Italia! Come si spiega una simile assurdità? Il distributore del film dichiara che ne sono disponibili molte più copie, ma «sembra che si stia facendo di tutto per boicottarne la visibilità». Sebbene sia un film che potrebbe avere un grande successo. Alla proiezione fatta a Milano la sala era strapiena e molti non sono riusciti a entrare.
Ebbene, in gran parte dell’Italia la pellicola neanche arriverà.
Non è inaudito? Quale silenzioso meccanismo è scattato? Che tipo di censura è questo? Non è il caso di intervenire? Ma dov’è la grande stampa? E dove sono i solerti guardiani dei valori costituzionali e della democrazia minacciata? I crimini rossi in Italia sono ancora oggi un tabù indicibile?
I palestinesi devono cambiare strada
1 anno fa
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