giovedì 28 gennaio 2010

Il giorno della memoria

Dall'amico Costantino Pistilli su Israele, un brano di Begin

Il giorno della memoria è ricordarsi d'Israele, oggi. Perché le minacce di sterminio continuano e, a differenza del periodo della follia, c' è un ebreo in più da difendere: Israele. Nazione sorta da lotta, sacrificio e unione. Senza analgesici colloqui di pace, enti internazionali o tutor rights e nonostante la debolezza del popolo Ebreo sfinito dall'Olocausto, pignorato dalla Corona inglese, rinnegato dalla santa madre Russia e avversato dalla scimitarra di Maometto. Ce lo racconta in un (introvabile) libro " La rivolta e fu Israele" Menachem Begin, manovale e architetto della costruzione dello Stato ebraico, fino a diventarne Primo ministro. Eccone dei passaggi:

La più oscura delle notti scese sugli Ebrei europei. I treni della morte trasportavano un milione e mezzo di bambini alle camere a gas e milioni furono uccisi a colpi di fucile, annegati, linciati, asfissiati o sotterrati vivi. Quando l'uomo diventa una bestia l'Ebreo cessa di essere considerato una creatura umana. Non bisogna farsi illusioni: non solo i nazisti ci consideravano come microbi che dovevano essere distrutti, ma anche il mondo che si autodefiniva "illuminato", cominciò ad abituarsi all'idea che gli Ebrei non fossero creature umane simili alle altre. E non ci si impietosiva della loro sorte più di quanto non si facesse per il bestiame condotto al mattatoio di Chicago. È una dura verità ma non ci si impietosisce su coloro che vengono sterminati. Si supponeva che anche in Israele avrebbero invocato, tremanti, protezione. Ma Vladimir Jabotinsky, creando l'Irgun nel 1937, insegno a tutta una generazione a resistere, a essere pronta al sacrificio, alla rivolta e alla guerra. David Raziel, il più grande genio militare ebreo della nostra generazione, compì il passo decisivo: il primo attacco armato ebreo. L'armata ebrea clandestina ,l'Irgun Zvai Leumi, era nata. Un'organizzazione clandestina conosciuta con il nome di "Combattenti per la libertà d'Israele" o gruppo Stern ( dal nome del suo capo Abraham Stern), gli fece seguito. Una nuova generazione sorgeva e voltava le spalle alla paura.

Essa si mise a combattere invece di supplicare. La rivolta esplose nei nostri cuori. E quando le macabre notizie dall'Europa furono confermate, capimmo di non dover combattere solo per la libertà del nostro popolo, ma per la sua stessa esistenza. Non c'era altra via per il nostro popolo decimato oltre quella di un sollevamento rivoluzionario. È naturale che l'unica via sia anche quella giusta. Le due parole che hanno fatto la storia e che ne hanno cambiato il corso, erano state lanciate nell'arena di Eretz Israel: " Libertà o Morte". Due parole, grandi e semplici. Nella nostra mente era sempre presente la sorte che la politica inglese ci riservava;ancora risuona il rantolo dei convogli della morte in Europa. Perché redigere memorandum o pronunciare discorsi? Quando si è attaccati da un lupo in una foresta, si tenta forse di convincere la bestia a non dilaniarvi o magari che non è un lupo ma una brava pecorella? Noi non avevamo scelta. O combattere o essere annientati. Combattere era il nostro unico modo di sopravvivere. Quando Cartesio disse "Pensiamo dunque siamo" esprimeva qualcosa di profondo. Ma ci sono momenti nella storia dei popoli che il solo pensare non basta ad affermare la propria esistenza. Un popolo può "pensare " e tuttavia i suoi figli, con i loro pensieri e a dispetto di questi, possono essere trasformati in schiavi o in cenere. Ci sono momenti quando il rispetto dello stesso essere umano esige che si resista al male. Combattiamo, quindi, siamo.

Nessun commento:

Posta un commento