tag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.comments2023-10-21T09:22:49.475-07:00Leonardo TirabassiLeonardo Tirabassihttp://www.blogger.com/profile/00905602319110693069noreply@blogger.comBlogger11125tag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-65820432344993105432020-04-15T03:18:38.420-07:002020-04-15T03:18:38.420-07:00thank you for sharing this content, it was really ...thank you for sharing this content, it was really use full.<br />keep doing itIncontriamoci XXXhttps://www.blogger.com/profile/09509828936356063249noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-59354351207090179692010-08-29T07:12:12.764-07:002010-08-29T07:12:12.764-07:00complimenti per questa autobiografia apassionata. ...complimenti per questa autobiografia apassionata. una vera "catarsi" e bel commovente.luciensteilhttps://www.blogger.com/profile/08091403239103960514noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-53951155168021048242009-12-18T11:19:46.995-08:002009-12-18T11:19:46.995-08:00Magnifico,come al solito, grazie.Magnifico,come al solito, grazie.Beppehttps://www.blogger.com/profile/03869541305581982142noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-91852827399277746392009-06-15T07:23:20.821-07:002009-06-15T07:23:20.821-07:00Non credo che quel cartone sia in arabo, quanto pi...Non credo che quel cartone sia in arabo, quanto piuttosto in una lingua inventataBeppehttps://www.blogger.com/profile/03869541305581982142noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-77561423644452288442009-06-07T08:12:34.970-07:002009-06-07T08:12:34.970-07:00In Iraq la "palla" passa agli iracheni, ...In Iraq la "palla" passa agli iracheni, speriamo che sappiano appianare i loro contrasti interniBeppehttps://www.blogger.com/profile/03869541305581982142noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-7014490452430956392009-05-02T09:12:00.000-07:002009-05-02T09:12:00.000-07:00interessantissimo articolo, e grazie per le segnal...interessantissimo articolo, e grazie per le segnalazioniBeppehttps://www.blogger.com/profile/03869541305581982142noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-86419679734353733782009-03-16T14:48:00.000-07:002009-03-16T14:48:00.000-07:00Gran film quello di Eastwood. Perfettamente d'acco...Gran film quello di Eastwood. Perfettamente d'accordo con Riccardo. Posto una mia recensione che apparirà domani sul blog e sul sito dei Maschi Selvatici. <BR/>Armando<BR/><BR/>Quasi un archetipo maschile filtrato attraverso la cultura americana, Walt Kowalsky , il personaggio creato da Eastwood ma che potrebbe anche essere di Cormac McCarthy. Penso, ad esempio, allo sceriffo Bell di “Non è un paese per vecchi” (il libro, non il film che ne rende solo in minima parte lo spessore). Ad esso lo accomunano uno sguardo sgomento sulla violenza insensata del presente e l’attaccamento ai valori della tradizione, famiglia, responsabilità paterna e virile, senso della giustizia e volontà di perseguirla, visione netta di ciò che è bene e ciò che è male. Ma a differenza di Bell, personaggio tutto sommato lineare, Kowalsky è un uomo non pacificato con se stesso. Da un lato gli avvenimenti che, soldato in Corea, lo hanno visto protagonista e spettatore, dall’altro l’incapacità a comunicare coi figli e con il loro mondo di “non valori” (significativa la scena in cui il figlio taglia velocemente la telefonata paterna perché impegnato a “fari i conti”), lo hanno segnato e lacerato per sempre. La scomparsa della moglie sembra rinchiuderlo definitivamente in una maschera difensiva rancorosa e solitaria, xenofoba e razzista contro la comunità orientale che è cresciuta nel suo vecchio quartiere un tempo abitato da bianchi, e contro tutti quelli, il prete ad esempio, che ai suoi occhi di soldato che ha visto e dato la morte, gli appaiono insulsi damerini che pontificano sul nulla che sono. Gli fanno unica compagnia un cane , la splendida auto Gran Torino, un modello Ford del 1971 che cura con immensa passione, e le sue armi. Uniche relazioni sociali qualche uscita al bar con vecchi conoscenti e dal barbiere, che danno a Eastwood la possibilità di mettere in scena un vero, piccolo capolavoro di antropologia del maschile fatta di atteggiamenti e duelli verbali tanto rudi e competitivi quanto in fondo complici e affettuosi che avevo già trovato, questa volta in salsa mediterranea, nel libro “Modi bruschi” di Franco La Cecla (Bruno Mondadori, 2000). <BR/>Solo di maschera si tratta, però, perché non appena il ruvido Kowalsky viene a contatto con l’ingiustizia e la sopraffazione incarnata dalle bande giovanili che infestano il quartiere e che minacciano il giovane Tao e la sorella, gli “odiati” orientali vicini di casa, il vecchio soldato è costretto, anche suo malgrado, a rivedere i vecchi pregiudizi. Fino a farsi padre putativo del ragazzo e insegnargli la virilità, quella vera e antica che partendo dalla cultura materiale del fare e del saper fare con le mani che strutturano il carattere, non disdegna, quando è necessario per una buona causa, l’uso della forza fisica ed anche delle armi. Senza troppi riguardi al rispetto formale delle regole della legalità, ma anche senza farsi travolgere dallo strumento e dal senso di potenza che trasmette. Anzi, l’uso delle armi molto “particolare” che farà e che non svelerò, è teso a catalizzare la violenza su di sè fino al sacrificio estremo, per salvare il giovane Tao dalla spirale infernale in cui sarebbe caduto. <BR/>Credo che il miglior commento finale al bellissimo film di Clint Eastwood possa essere quello di un’amica “progressista” e dal passato di impegno femminista che ho casualmente incrociato al cinema: <BR/>"C’è bisogno di eroi che sappiano quali sono le cose giuste, e le facciano." <BR/>Non male per una "brechtiana", anche se avrei voluto dirle: <BR/>“Avete fatto tanto per distruggerli e ora li rimpiangete”. Ma ero ancora troppo preso dall’emozione del film.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/03711955615586067577noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-53396578114817957192009-03-12T06:41:00.000-07:002009-03-12T06:41:00.000-07:00A chi lo criticava Heakel replicava: "Che bene app...A chi lo criticava Heakel replicava: "Che bene apporta all'umanità mantenere in vita migliaia di storpi, malformati, ecc.?"<BR/><BR/>In questa terribile frase è condensata l'essenza di ogni progetto di ingegneria sociale. In nome dell'umanità si dimentica l'uomo. In nome di un concetto che finisce per diventare astratto (cos'è l'umanità se non un agglomerato di corpi senza volto?), si dimentica il prossimo vero, quello che ci è accanto ogni giorno, la cui presenza turba, o meglio disturba, le coscenze. Dunque da eliminare in nome di un bene superiore, magari (la coscenza è dura a morire e dunque la si deve ingannare) facendo appello ad una pietas malintesa, in realtà falsa coscenza. <BR/>Spiace dirlo, ma le concezioni e i processi mentali di Harkel non sono affatto dissimili a quelli dei terroristi che uccidono in nome della "classe" (che compito ha essa se non di "liberare" l'umanità tutta?), e quest'ultimi a quelli dei nazisti. Basta mettere in termine "razza" al posto di classe/umanità. <BR/>armandoAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/03711955615586067577noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-39906594495553045982009-02-25T12:02:00.000-08:002009-02-25T12:02:00.000-08:00COMMENTO A “I confini della politica”Come sempre P...COMMENTO A “I confini della politica”<BR/>Come sempre Panebianco ha riaperto uno squarcio nella società italiana, unica nell'Occidente europeo ancora sensibile alle problematiche valoriali che si intersecano con la ricerca del senso dell'esistenza, e che la sensibilità di Leonardo ha colto al volo. Entrambi con Armando hanno riassunto benissimo l'essenza dell'italica saggezza, confermando la persistente frattura tra il comune sentire e l'élite politica e istituzionale. <BR/>Nel merito del tema eutanasia mi corre l'obbligo di ricordare che l'Europa è attraversata da un fantasma che affonda le sue radici in una volontà di dissacrazione dell'esistenza. E’ del tutto evidente che tale singolare desiderio, volente o nolente, viene perpetuato da alcuni strateghi dell'eugenetica d'oltralpe, o meglio: "I padroni del progressismo" come ironicamente li chiama Renè Girard. Essi riemergono dai sotterranei dei secoli bui, il cui capostipite possiamo identificarlo nel teorico della futura socialdemocrazia tedesca, lo zoo-etologo Ernst Heakel, il quale, nel XIX secolo, alla sua generazione di scienziati parlava esplicitamente di "liceità dell'eutanasia di handicappati e invalidi" (A.Brass e A.Gemelli, "L'origine dell'uomo e le falsificazioni di Heakel", Ed.Fiorentine, 1910).<BR/>Questo atteggiamento egoistico prospera sotto l'influenza del materialismo e del darwinismo sociale. A chi lo criticava Heakel replicava: "Che bene apporta all'umanità mantenere in vita migliaia di storpi, malformati, ecc.?" E’ pur vero che un disabile assorbe su di sé attenzioni al punto da compromettere la carriera o il successo di chi gli vive accanto, ciononostante si può far fronte ai propri sogni e realizzarli con sentimenti benevoli altamente appaganti. Ripeto, la visione dei novelli eugenisti che credono di alleviare le sofferenze umane invitando ad abbandonare o sopprimere il frutto di un atto di amore, altro non sono che un avanzo delle ideologie, andate in scena nel secolo scorso che poi si sono scisse in diverse cellule infestanti sparpagliate nei totalitarismi di destra e di sinistra .<BR/>Bene Armando quando dice che la pretesa di regolamentare la morte "è pretesa di onnipotenza" o meglio di autosufficienza, la stessa onnipotenza nicciana del superuomo rigido e sordo alla caducità dell’esistenza. Anche se poi, lo stesso Nietzsche , verso la maturità inoltrata, riflettendo a lungo sulle conseguenze del darwinismo ateo, la deduzione più triste gli sembrò quella che l'uomo perdesse ciò a cui tende la sua trascendenza. Infatti attribuì al cristianesimo "il più grande acquisto", quello di "aver insegnato ad amare l'uomo per amore di Dio come il sentimento più nobile e alto mai raggiunto fra gli uomini" (Robert Spaemann, "La diceria immortale", Cantagalli, 2008).<BR/>Francoazzurroleonardo Tirabassihttps://www.blogger.com/profile/10387181973800138690noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-18888070087807491582009-02-25T03:31:00.000-08:002009-02-25T03:31:00.000-08:00Caro Armando sono d'accordo con te. Ed è giusto ri...Caro Armando sono d'accordo con te. Ed è giusto ribadire l'intangibilità della vita, mi sembra anche che Panebianco, forse per motivi di opportunità, non si renda conto da chi è iniziato l'attacco al buon senso. Ma se se legifera sul testamento biologico, sulla vita e sulla morte, si mette ai voti e le maggiornze, in questo Panebianco ha perfettamente ragione, vanno e vengono. Questo intendevo dire con "stato etico alla carta". Era meglio impedire che il palamento deliberasse su questo tema e qui Ferrara ha ragione, ma sinceramente non so se c'era lo spazio per questa posizione e bisogna scegliere il male minore, quindi..leonardo Tirabassihttps://www.blogger.com/profile/10387181973800138690noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1522878126719064460.post-77227728054566517732009-02-24T13:58:00.000-08:002009-02-24T13:58:00.000-08:00Le considerazioni di Panebianco sono interamente c...Le considerazioni di Panebianco sono interamente condivisibili, tranne quando sembra mettere sullo stesso piano i due così detti fondamentalismi. Dimentica che il governo è intervenuto sotto urgenza, e che il tentativo di imporre culturalmente e legalmente una concezione della vita e del mondo è stato quello di parte radicale e compagnia cantante, nel caso Eluana come prima di lei con Welby. Che poteva fare? E cosa potrebbe essere fatto per il futuro affinchè non si ripetano casi analoghi? <BR/>La domanda ormai è questa, purtroppo, e occorre trovare un modo per salvaguardare quella zona grigia di cui parla Panebianco. Credo che esista un solo modo per farlo. Riaffermare con solennità un principio simbolico che preesiste allo stato e che è alla base di qualsiasi convivenza civile: "La vita è intangibile". Ma contemporaneamente di farlo con la consapevolezza dell'esistenza di quella zona border line che deve essere lasciata alle coscenze di medici e familiari. I radicali dicono che esiste l'eutanasia clandestina. E' vero, ma è vero anche che nessun medico o familiare mi risulta essere stato inquisito.Per fortuna la saggezza esiste ben prima dello stato. <BR/>La pretesa di protocollare, burocratizzare, regolamentare la morte è pretesa di onnipotenzqa , perchè mai nessuna legge potrà prevedere tutte le situazioni particolari. Ma a ben vedere significa anche, per i suoi fautori, il rifiuto di assunzione di responsabilità. Una coscenza adulta non chiede di essere surrogata dalla legittimazione giuridica dello stato che diventa immediatamente anche legittimazione morale. Una coscenza adulta agisce ciò che crede giusto, legge o non legge, e poi, semmai, si affida al giudizio della comunità. Nella consapevolezza dell'impossibilità di questa di infrangere un principio simbolico rotto il quale ogni abuso diverrebbe pensabile e possibile, ma anche confidando nella saggezza di chi non sia soggiogato dal feticismo della legge. <BR/>armandoAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/03711955615586067577noreply@blogger.com